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A partire dagli anni Sessanta, la costa a nord di Napoli ha subito una violenta trasformazione. Migliaia di persone hanno investito i propri risparmi per acquistare terreni, costruire case e trascorrere le vacanze a pochi chilometri dai luoghi dove risiedevano stabilmente. Un processo sviluppato al di fuori di ogni legalità, che ha del tutto cancellato un patrimonio naturale di pregio. All'inizio degli anni Ottanta, con l'arrivo dei terremotati e poi degli sfollati del bradisismo, quegli insediamenti cambiarono radicalmente funzione divenendo un insieme di dormitori periferici dell'area metropolitana. Gli anni Novanta furono segnati dall'insediamento degli immigrati e dai traffici della criminalità organizzata. Oggi molte famiglie colpite dalla crisi economica si trasferiscono lungo la costa, nelle case che avevano costruito per le vacanze oppure affittando appartamenti a basso costo. Una scelta che finisce per emarginarli ancor di più.